Mapuche by Caryl Férey

Mapuche by Caryl Férey

autore:Caryl Férey
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788866323570
editore: Edizioni E/O
pubblicato: 2013-02-27T16:00:00+00:00


* * *

La stazione balneare di El Tigre si era svuotata con la fine dell’estate. I circoli dei canottieri ronzavano, qualche imbecille faceva rombare l’acquascooter tra i limoni marci che galleggiavano sul pelo dell’acqua. Rubén guidava sull’arteria principale, in mano un sandwich comprato al volo nei negozi dell’imbarcadero. Gianni Del Piro abitava in fondo alla strada, in una casetta da villeggiatura che strideva con le sontuose dimore costruite un secolo prima.

Un’auto di piccola cilindrata era parcheggiata sotto il porticato. Rubén gettò i resti del sandwich al cagnaccio che frugava nella spazzatura del vicino e suonò alla porta d’ingresso. La moglie del pilota, Anabel, aprì senza indugio: una finta bionda paffuta dal sorriso di un rosso sgargiante che, a giudicare dall’ampia scollatura a forma di cuore, non aveva ancora accettato i suoi cinquant’anni.

«Buongiorno!» esclamò al dandy che saliva gli scalini.

Rubén, con un sorriso celestiale, si spacciò per un vecchio commilitone incaricato di radunare la squadriglia per festeggiare il pensionamento di un comune amico. Incantata dalle sue attenzioni, Anabel spiegò che Gianni era partito la settimana prima per Neuqén, per uno stage di “perfezionamento nel volo acrobatico”, che sarebbe tornato domenica, ma lei poteva comunque chiamarlo per informarlo della visita.

«Se lo desidera, s’intende» propose la civetta.

«Preferirei fargli una sorpresa» la blandì lui di rimando.

«Come vuole!».

Rubén studiò rapidamente la donna che si faceva vento sulla soglia. Malgrado i suoi balletti di occhiate furtive al botulino, la sua aria innocente lasciava pochi dubbi. Abbandonò Anabel al suo destino di chirurgia plastica, raggiunse l’auto parcheggiata poco distante e, appoggiandosi al cofano, contattò i circoli di volo di Neuquén.

Uno di essi, in effetti, proponeva stage tenuti da piloti esperti ma, secondo la persona che aveva risposto al telefono, il prossimo corso di volo acrobatico non avrebbe avuto luogo prima del mese seguente.

Subito dopo, chiamò Anita.

L’ispettrice non aveva letto il referto di Munoz sul decesso di Maria Victoria Campallo ma, secondo le informazioni che aveva raggranellato, la tesi di un omicidio restava in forse: incidente, suicidio, omicidio, la squadra del capitano Roncero, a cui Luque aveva affidato l’inchiesta, non escludeva nessuna ipotesi.

«Il referto dell’autopsia è falso» ribatté Rubén. «Lo sai quanto me».

«Sì. Fanno due persone contro il resto del mondo. Maria ormai è sepolta e nessuno ci lascerà riesumare il corpo per un contro-esame. A meno di provare l’assenza di un rapporto di sangue tra la famiglia Campallo e i suoi figli rubati... Tu, a che punto sei?».

«Ho un nome» rispose Rubén. «Gianni Del Piro, un ex pilota dell’esercito che lavora in un piccolo circolo di volo di El Tigre. Sospetto che abbia trasportato il corpo di Maria e contraffatto il giornale di bordo per giocare all’uomo invisibile. Del Piro ha mentito alla moglie e al suo datore di lavoro riguardo a uno stage a Neuquén e ha lasciato il domicilio coniugale la sera prima del doppio omicidio, la settimana scorsa. Potresti rintracciarmi questo tipo dal suo numero di cellulare?».

«Ti ricordo che il mio potere si riduce a guidare l’auto di pattuglia in presenza di un collega



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